Tutti i ragazzi sono buoni – Campo Shalom 2024

“Raccontagli che tutti i ragazzi sono buoni” è la risposta ricevuta da suor Lucia quando ha chiesto ad Admir cosa raccontare alla serata del campo shalom dedicata al tema del carcere minorile.

Suor Lucia da due anni passa tutti i pomeriggi nel carcere minorile di Bologna e preparandosi per venire a riportaci la sua esperienza ha chiesto ad un uno dei ragazzini di cui si prende cura cosa raccontare al di fuori di quelle mura. Beh direi che con questa affermazione Admir non ha parlato solo di lui e i suoi compagni, non credo riguardi solo i ragazzi che si trovano in carcere, ma tutti i nostri ragazzi…da quelli più maturi e consapevoli a quelli più irrequieti e scontrosi, che probabilmente con il loro atteggiamento stanno solo chiedendo di essere amati e visti per come sono.

Proprio con questo intento anche questa estate il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo ha proposto Il campo Shalom agli adolescenti dai 15 ai 18 anni che desideravano passare una settimana all’insegna del servizio e dello stare insieme con leggerezza e autenticità.

Ciò che il campo Shalom si propone è proprio creare un’occasione di incontro, in cui ognuno può trovare la sua dimensione per dare una mano ai volontari del comitato e per creare nuove amicizie, dato che i partecipanti non appartengono a specifici gruppi parrocchiali o associativi, ma a varie realtà sociali della nostra città.

Ogni mattina per dare il via alla giornata si dedicava qualche minuto al tema della pace, chiedendosi da dove nasca la violenza e come si può essere principali attori di atteggiamenti di pace e accoglienza.

Per approfondire questo, ci si è fatti accompagnare dal desiderio di Pace di Don Tonino Bello riportato in molti suoi scritti: “Occorre forse una rivoluzione di mentalità per capire che la pace non è un dato ma una conquista. Non è un bene di consumo, ma il prodotto di un impegno. Non un nastro di partenza ma uno striscione di arrivo.”

Beh , si può dire che parte di questa rivoluzione al Campo Shalom è stata portata avanti perché stato proprio questo atteggiamento che ha guidato concretamente le attività e le occasioni di riflessione di questa settimana e c’è da dire che i ragazzi lo hanno assunto e fatto loro con una naturalezza sorprendente, creando un gruppo unito ed inclusivo, affiatato e divertito, e al contempo sempre disponibile per rimboccarsi le maniche, trovando ciascuno la sua dimensione per essere utile e scoprirsi fondamentale nell’organizzazione del servizio.

Le serate organizzate per il campo sono state un’ulteriore occasione per conoscere tante modalità per costruire la pace in un mondo dove ormai la guerra sembra farsi sempre più spazio, ed è stato emozionante quest’anno vedere come l’interesse per questi temi abbia richiamato tanti partecipanti esterni al campo, che tramite questi incontri si sono immersi nelle più svariate realtà: dalle missioni vissute in pesi lontani, a quelle più vicine di Suor Lucia, dal carcere minorile di Bologna, e della consulta giovani della Valsamoggia che a Trieste ha vissuto un’esperienza di accoglienza dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica. Altra presenza importante al campo è stata Hawa, ex allieva delle scuole di Annalena in Somalia che, oltre aver tenuto un incontro dove ha raccontato la sua storia, ha passato molto tempo con i ragazzi che volentieri si sono sperimentati nel comunicare tramite il linguaggio dei segni e la lingua inglese per poter condividere con lei le loro curiosità.

Insomma è stata davvero una settimana di incontro , servizio e costruzione di pace e credo chi ha passato anche solo qualche ora al comitato in questi giorni possa averlo respirato dal clima creato dalla presenza di questi ragazzi.

“Tutti i ragazzi sono buoni” loro lo hanno mostrato, a partire proprio da quelli che ad inizio settimana apparivano più scontrosi e diffidenti, che già a metà settimana erano i primi a proporre agli altri la partita di calcetto di mezzanotte.. quante energie sti ragazzi, chissà quanta bellezza possono costruire se gli permettiamo di usare queste energie partendo da un desiderio di pace.

articolo di Veronica Garavini – gruppo educatori Campo Shalom 2024

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