Ciao Lorenzo, con Anna Maria un faro per tutti noi

DA IL RESTO DEL CARLINO

di Francesca Miccoli

È uno sgomento carico di dolore quello che sabato mattina si è impadronito della città al diffondersi della notizia della scomparsa di Lorenzo Ferriero, insegnante in pensione e conosciutissimo perno del volontariato. Il docente, 83 anni, si è spento nella tarda serata di venerdì in ospedale, dopo dodici giorni di strenua lotta contro il Covid.

Amatissimo da generazioni di studenti, che a distanza di tanto tempo ne parlano con un trasporto commovente, Ferriero abitava in viale Bolognesi ma era nato ad Ariano Irpino: a 6 anni aveva riportato gravi traumi a seguito dello scoppio di un ordigno inesploso della seconda guerra mondiale. Privato dei bulbi oculari, di un braccio e un dito della mano sinistra, colpiva per “l’invisibilità delle sue menomazioni”, come sottolinea Barbara Mambelli, cara amica di famiglia. “Uscito dal coma, rimase paralizzato a un arto inferiore a causa di una scheggia, ma grazie alla straordinaria forza di volontà, alla determinazione e alla voglia di vivere, tornò a camminare” racconta la figlia Chiara, insegnante di lettere all’istituto Comandini di Cesena. Dopo aver frequentato a Roma il collegio don Gnocchi per non vedenti, si era laureato in giurisprudenza prima di dedicarsi alla docenza. Dapprima a Forlimpopoli – dove conobbe la moglie Annamaria Giannini, professoressa di lettere e latino – quindi per trent’anni all’istituto tecnico commerciale Matteucci di Forlì. Di vastissima cultura, estesa a qualsiasi declinazione del sapere, dall’arte al giardinaggio passando per il diritto, la letteratura e lo sport, Lorenzo era capace di arricchire ogni interlocutore senza incutere soggezione ma anzi creando immediata empatia. Più volte a settimana si dedicava al Comitato contro la fame nel mondo, fondato dalla moglie (scomparsa nel 2019) assieme all’amica Annalena Tonelli.

Indimenticabili le feste e le occasioni conviviali organizzate nella casa di campagna di Montepoggiolo, ai quali prendevano parte anche alcuni residenti di Terra del Sole. Lascia Chiara e il primogenito Giovanni, restauratore ed esperto d’arte. “Nostro padre era un uomo forte, coraggioso, capace di trasformare in possibile l’impossibile. Chi non lo conosceva, pensava che il suo handicap fosse un limite, in realtà ne aveva fatto un punto di partenza per superare gli ostacoli della vita. Esempio di fede e resilienza, grande combattente, riusciva a trovare il lato positivo in qualsiasi difficoltà. Un papà e marito meraviglioso, pieno di dolcezza e attenzione, nonostante il carattere tosto e determinato”.

Ancora da definire la data del funerale, che verrà celebrato presumibilmente intorno al 5 o 6 maggio, non appena i famigliari risulteranno negativi. Per favorire la massima partecipazione la cerimonia si svolgerà all’aperto in via Lunga (sede del Comitato) o negli spazi della parrocchia San Giovanni Evangelista di via Angeloni. La salma verrà cremata e tumulata nella tomba di famiglia nel piccolo cimitero di Villa Rovere.

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